lunedì 15 marzo 2010



Bene, credo che a questo punto dovrei far pace con il lato frivolo trasmessomi dalla mamma, sputare quanto basta sugli anni del liceo contenitivi come le mutandone delle nonna, e rincociliarmi con il gusto, con ciò che mi piace e mi delizia. Su di un filo, ovviamente, perchè si è pur sempre in Italia, il paese dove parlar di moda equivale agli stereotipi che più mi fanno vomitare, nell'ordine, la direttrice italiana di Vogue, artefatta e stantia, le finte borghesi LV, e l'ondata degli alternativi ottanta. Di opinioni ce ne sono abbastanza in giro tra blogger, io mi limito a vestirmi, non cercherò d'essere nessuno.

“‘No’ disse Giacomorto. ‘Io sono vuoto. Ho soltanto gesti, riflessi, abitudini. Io voglio riempirmi. Ecco perché psicanalizzo la gente. Ma la mia botte è come la botte delle Danaidi. Non riesco ad assimilare. Io prendo dalla gente pensieri, complessi, esitazioni, e non mi resta niente. Non assimilo; oppure assimilo troppo bene... ma fa lo stesso. Sì, certo, dentro di me conservo parole, contenitori, etichette; conosco i termini che servono a classificare le passioni, le emozioni, ma io non le sento’”.
Boris Vian

Detto questo...un servizio di moda classico, editoriale fino all'ultima sfumatura, ma perfetto nell'equilibrio tra frivolo e riservatezza.
Da Dweb, Alba Rohrwacher negli scatti di Danilo Scarpati


Vendo delizioso abitino See By Chloé,
acquistato su yoox in cotone leggero,
come vedete in foto,
nella variante colore nero, taglia 38/40.
Prezzo 50 euro...per info, Contattemi!!!

venerdì 12 marzo 2010

Let's Dance!!!

From Lula Mag

Dawn Is Mine, But I Will Share it Dancing Til The Break of Day

Have a nice weekend!

giovedì 11 marzo 2010

"Distinguere il bello dall'inganno", in due parole Miu Miu





“Ho cercato di descrivere la tensione più contemporanea che ci sia: andare avanti e indietro nel tempo, ieri e domani. Quell’attitudine per cui non riesci a staccarti dal tuo passato, ma nello stesso tempo vivi proiettata nel futuro. Per questo, ho voluto una serie di abiti grafici, quasi modernisti. Ma nello stesso tempo romantici, un po’ Ottocenteschi”

Cambiare relatore dopo un anno.
Cambiare, dopo tutto.


“Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella più pronta al cambiamento” (Darwin, L'origine della specie, 1859)

Art Pret-à-porter

mercoledì 10 marzo 2010

Spazzata via dal vento.
La diapositiva in cui non ci sono dovrebbe dirti molto.
In quello spazio bianco non mi sono inventata nulla,
mi sono messa solo in discussione.


"Non ci vediamo che da sempre

e questa ti pare una buona ragione
per sporgere le labbra come un fischio
e poi guardare altrove
senza però fischiare
cominci a capire chi siamo:
i nostri emissari venuti a discutere
molti punti difficoltosi

ho stravisto per te
non so chi
non so che
resta lo stile delle agitate vigilie

e il tumulto
che da te sortì
detto così
so solo che mi sfuggì
qualche sussulto

e tu nonostante ciò solleciti
mesta, calma e onesta e un po’ scolastica

potremmo per miracolo inciampare
con la stessa disinvoltura ed eleganza
con la quale sprofondano i piroscafi in mare
con tutte le luci accese

e si direbbe che a bordo c’era un ballo
luccicando le stesse
vaghe spine
indigeste
degli estri scritti
tra i fitti immensi nerastri"

L'associazione degli egoisti


Ultimamente mi ritrovo in parole di altri, mi siedo a tavola e le discussioni sono le medesime: la nave affonda, sappiamo tutto ciò di quello che c’è da sapere, sul perchè stia affondando, su cosa si potrebbe strutturalmente fare, ma rimaniamo seduti a darci ragione. Un topo fa più collettività andando nelle stive ad avvertire l’imminente catastrofe, annegheranno ugualmente forse, il punto non è quello.
Ah, p.s.: un giorno poi mi spiegherete il gusto segaiolo che provate nel parlare ad un gruppo, una folla, tre amici, non importa, in codice, cioè dando quei due, tre riferimenti che sapete benissimo che verranno colti solo da un terzo degli ascoltatori, cos’è? provate piacere solo nel momento in cui quel terzo verrà a dirti di chi fosse quella citazione?...ah, no, il massimo del piacere sarà nel sentirvi totalmente incompresi.




Spesso si ritiene Stirner un asociale, un cantore dell’individuo in lotta contro tutto e tutti (vedi ad esempio G. Woodcock). In realtà Stirner riconosce la socialità innata nell’uomo ed il bisogno dell’uomo di vivere con gli altri "la condizione originaria dell’uomo non è l’isolamento o la solitudine, ma la vita sociale". Ma Stirner considera positivo l’associarsi per libera scelta, mentre considera in modo negativo quelle società basate sulla costrizione, l’abitudine, società rigida e sacrali.
Per Stirner è normale e legittimo che nell’atto di associarsi si rinunci ad alcune libertà, ciò che Stirner non accetta è la limitazione della propria individualità cosa che si ritrova nello Stato e nella società rigida.
La differenza tra Stato ed Associazione non sta quindi nella limitazione della libertà, ma nel differente rapporto che si instaura tra l’individuo e le suddette forme sociali.
"L’una è una astrazione che esige la nostra adorazione in spirito e in verità, l’altra è una mia opera e una mia creazione" "Lo Stato soffoca l’individuo e lo possiede, mentre in una associazione è lui a possederla, In breve la società è sacra, l’associazione ti appartiene, la società si serve di te, mentre sei tu che ti servi dell’associazione". Rispondendo ai suoi critici Stirner ha risposto anche a coloro che, in tempi successivi, hanno frainteso il suo pensiero: l’Egoismo" Stirneriano ha poco o nulla a che vedere con le attuali teorie "neo-liberiste" o dei fautori del cosiddetto "anarco-capitalismo" "Nella concorrenza certamente ciascuno è solo. Ma quando forse un giorno la concorrenza scomparirà, perché si riconoscerà che l’azione comune è più profittevole dell’isolamento, non accadrà allora che ognuno sarà ugualmente egoista e alla ricerca del proprio utile?"
Secondo Stirner colui che non pensa ad altro che a sé è "un uomo che non conosce e non sa apprezzare nessuna delle gioie provenienti dall’interesse e dalla stima che si ha per gli altri". Stirner ha poi precisato che la sua polemica non è verso l’amore o l’altruismo ma verso "l’amore santo, non al pensiero, ma al pensiero santo, non è contro i socialisti, ma verso i socialisti santi". Esclude poi categoricamente ogni forma di dipendenza e
schiavitù che nulla hanno a che vedere con la sua associazione degli egoisti. "Sono forse realmente degli egoisti coloro che sono associati in un organismo in cui uno è schiavo o servo di un altro?...gli schiavi non hanno ricercato questa società per egoismo, ma essi sono nel loro cuore egoista contro queste ’belle associazioni’ Queste non sono "associazioni di egoisti, ma società religiose", comunità "tenute in sano rispetto del diritto e della legge".
La Libertà Stirner nega ogni valore trascendente l’individuo. Per questo motivo "unico" tra gli anarchici, nega anche il valore più caro ai pensatori libertari, la libertà. Per Stirner l’ideale della libertà ripresenta la stessa assurdità di ogni assoluto. L’ideale di libertà è una nuova missione, quindi una nuova astrazione alienante, che si costituisce come estranea all’individuo. Se ciò avviene nasce una nuova religione, cioè una non libertà: non può quindi esistere una dottrina della libertà perché questa stabilirebbe cosa deve essere e cosa deve fare l’uomo e quindi finirebbe per uccidere la libera possibilità del singolo.
Per Stirner la libertà è quindi un’astrazione mentre l’originalità "vale a dire l’essenza e la sostanza di me stesso " costituisce l’individualità unica.
"Essere libero è una cosa che non voglio veramente volere perchè la libertà non posso farla, non posso crearla, posso solo desiderarla, aspirare ad essa che riamane un ideale, un fantasma. Ma mio rimango"
Ne deriva quindi che la lotta dell’Unico non è verso "la libertà" ma verso il possesso di se stesso, la difesa della propria unicità, ovvero il potere su se stesso.
"non si tratta di realizzare l’ideale della libertà, ma di avere la libertà, cioè di possederne la valenza operativa" (1)
La politica Stirner spiega che il partito è un altro esempio di società sacra dove il collettivo predomina sull’individuo "Che mi importa del partito? troverò sempre abbastanza persone disposte ad associarsi con me senza aver prestato giuramento alla mia bandiera"
Stirner traccia inoltre una differenza fondamentale tra Rivoluzione e Rivolta. "La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. la rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare, ma ad amministrarci da soli. La Rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo."
A differenza di altri pensatori l’importanza di Stirner non sta tanto nell’aver indicato alternative all’attuale società, ma nel suo monito contro ogni tipo di dogmatismo e concezione metafisica, nella sua appassionata difesa dell’individualità e dell’unicità di ogni singola persona, nella sua ostinata refrattarietà ad ogni tipo di concezione alienante e ad ogni tipo di impostura e in definitiva, di dominio.
Sull’altro lato rimane però incompiuta la sua riflessione; la sua negazione di qualsiasi cosa al di sopra del singolo lo portano ad una sorta di solipsismo e di autismo. Come ha scritto Daniel Guerin "Benchè sia sottinteso egli non giunge fino ad ammettere che il suo egoismo è ugualmente redditizio per la collettività. E’ solo per egoismo che egli consente ad associarsi agli altri. La sintesi Stirneriana dell’individuo e della società resta incompleta"
1) cit: N. Berti : "Una idea esagerata di libertà" ed Eleuthera 1996 Milano.